jueves, 9 de junio de 2011

Lasciare l'aria germgliare

Lasciare l’aria germogliare


Lasciamo germogliare l’aria
Lasciamo fiorire le sue spirali di brezza
Lasciamolo spargersi nell’infinito cielo degli occhi,
Il paradiso celeste dove riposeremo,
dell’insopportabile clamore dei macchinari
del fiume di acciaio fuso per i marciapiedi della città
E dei nostri passi, infuriati talvolta, titubanti talvolta,
E perduti, vagabondi, quasi sempre

Lasciamoci dunque mescere dalla corrente oscura
Diventiamo pesci nel fluire incerto dei giorni
Diventiamo passo, falcata amplia nel liquido camminare dei giorni
Non guardiamo, non pensiamo, non domandiamo,
nuotiamo, fluiamo, viviamo, nella parte più marina che troviamo nel nostro viaggio

Togliamo il laccio dal collo della corrente,
scateniamo maree di storia
attraverso i dedali infiniti del mondo
siamo, diventiamo
passaggio del fiume nel cemento,
uragani di corpi pieni di velocità

e salire, volare, con le ali dell’oblio,
lasciare indietro le rovine incenerite della città
e assalire il silenzio
prendere d’assalto le cave di marmo
picchiare con pugni pieni di vento
i fianchi di questa sponda che ci viaggia

E lasciamo germogliare l’aria
Lasciamoci trasportare dalla corrente
O trascinarci impavidi per l’acciaio e l’infinito grigio delle folle nella città
O eleviamoci meravigliati, in cieli di irresistibile bellezza

Perché siamo o volo immateriale
O pesce condotto alla sua foce
O passo accelerato, destinato ormai a cadere nel proprio abisso urbano:
la velocità, l’acquisto e la vendita dei nostri occhi divenuti merce,
la migliaia di miserie quotidiane della rutine nella città

Lasciamo l’aria germogliare
Denudiamoci delle umide pellicce dell’ombra
Lanciamo nei dirupi gli aspri tatti del grido
E apriamo i nostri occhi, al selvaggio colore di altre pupille

Prendiamo d’assalto il silenzio
le regioni spietate dell’incertezza
colpiamo con aria infuriata le pietrose radici dell’asfalto
e viviamo nel petalo disteso del nostro sogno
bruciando
nel fuoco immacolato di questi giorni
attraverso la terra fertile delle carezze dell’amore
del mare caustico del ricordo, il regno desolato della malinconia

lasciamo l’aria germogliare
tessiamo con fiamme viola,
le ali del nostro viaggio allucinante
tessiamo con semi della nostra fertile terra
i solchi di sabbia della nostra pelle

E lasciamo le rovine indietro
E abbandoniamo l’acciaio fuso
Le code, i clacson,
I marciapiedi e i cavi,
Dimenticati nel nostro più remoto angolo

E lasciamo l’aria germogliare
Il fuoco fiorire
I pesci nella loro acqua nuotare
La terra un giorno dopo l’altro nascere
Le foci stagliarsi al loro orizzonte
I passi camminare
E gli uomini e le donne che popolano questo mondo
tranquilli
nel miliardo di cammini e di fiumi della vita
viaggiare